Come mai un madre dovrebbe allattare?

L’OMS, tutto il mondo scientifico, i pediatri e tutti quei professionisti, che giostrano intorno al mondo dell’allattamento sono concordi in merito al fatto, che allattare è sano e fa bene.

E i libri e le pubblicazioni, che spiegano questo fatto si superano vicendevolmente elencando sempre nuovi motivi per cui sarebbe sano per una donna allattare il proprio cucciolo.

Ci sono le chilocalorie, gli anticorpi, la relazione e chi più ne ha più ne metta, ma secondo me c’è un unico motivo per cui una donna dovrebbe allattare: LE PIACE!

Nella mia esperienza personale devo raccogliere un po’ troppo spesso i cocci di madri frustrate, perché hanno allattato i loro cuccioli e ora hanno sviluppato un’allergia.

Eppure le avevano detto durante il corso preparto e aveva letto qua e là che l’allattamento previene le allergie. Questo è solo un esempio e mi fermo qui, perché una lista completa sarebbe decisamente troppo lunga!

Care mamma se allattate perché vi hanno detto che è sano, che rende i vostri figli più intelligenti, che migliora la vostra relazione, che protegge dalle otiti, che previene la caduta dei capelli ecc... smettete! 

L’allattamento non ha un motivo, è solo bello e, quindi, fatelo solo se vi piace e i vostri cuccioli vi ringrazieranno.

 

Capriccio fuori controllo (spasmo affettivo)

Ogni genitore sa che i piccoli hanno perfettamente il controllo del proprio comportamento, quando stanno inscenando un capriccio; possono farlo smettere quando e come vogliono.

Ma certe volte, sembra che il capriccio prenda il sopravvento, il capriccio deraglia e il cucciolo è in balia dello stesso. In questo caso si parla di spasmo affettivo, che può originare da un semplice capriccio oppure nascere a seguito di un evento imprevisto e di un dolore improvviso, e che andare avanti finché il diretto interessato perde eventualmente conoscenza o diventa blu (in inglese si parla di blue spells).

Molto spettacolare e altrettanto innocuo.

Dato che i diretti interessati non hanno il controllo sulla situazione, basta aspettare che passi ed evitare che si facciano del male da soli.

Non bisogna cercare di farli smettere, non funziona.

Qualora l’evento fosse abituale o sistematico è saggio cercare di individuare “il trigger” per giocare d’anticipo, altrimenti è bene elaborare una strategia d’intervento (così “a caldo non devo inventare nulla di nuovo”, ma semplicemente applicare quello che avevo previsto; non so il perché delle cose, ma so cosa fare e sto già meglio).

L’età tipica è quella del capriccio in genere.

Risvegli notturni (panico notturno)

Il panico notturno rientra nell’area delle parasonnie, vale a dire di quei fenomeni del sonno chiamati anche risvegli parziali.

Questo significa che il cucciolo può sembrare sveglio, ma di fatto non lo è, ed è per questo motivo che non reagiscono in modo adeguato ai nostri interventi, rispettivamente non sono/svegliabili. 

Il fenomeno si verifica di solito nella prima metà della notte, dura da 10 a 30 minuti, la creatura sembra sofferente o pervasa da dolori/paure (nel medioevo li avrebbero messi al volo sul rogo perché sembrano posseduti), l’età tipica è dai 2 ai 4-6 anni, ma si vedono fenomeni simili anche da più piccini. 

Di solito, all’origine, c’è un problema di smaltimento degli input del giorno.

Il panico notturno è, dunque, una valvola di sfogo, nulla di più.

Più che intervenire di notte bisogna agire di giorno e sincerarsi del fatto che nel corso del tardo pomeriggio il cucciolo abbia sufficiente tempo per metabolizzare il vissuto (spesso una grande e bella emozione e non qualcosa di negativo o angosciante). 

Ah, quasi dimenticavo, l’epilessia non centra.